E’
come andare sulle montagne russe. L’ansia che si prova quando il carrello sale
verso il vuoto, la voglia di scendere, il maledirsi per essere saliti, l’euforia
alla fine della discesa e il desiderio immediato di farlo di nuovo.
Questa
è stata la sensazione alla fine del mio primo parto, il più lungo, il più
complicato. È nato Simone ed il suo pianto era accompagnato dalle mie risate
miste a singhiozzi di pianto.
Il
mio primo bambino, la prima volta che ho pianto di felicità. Appena lo hanno
poggiato sul mio petto l’ho salutato e coccolato e baciato e poi ho chiesto se
si potesse fare di nuovo, subito e dal principio.
Ho
aspettato due anni per provare di nuovo quell’emozione e per sentire di nuovo
il mio corpo che non riesce a stare fermo mosso da singhiozzi e risate. Si è
placato solo contemporaneamente al pianto di Matteo quando con una naturalezza
sorprendente si è attaccato al mio seno. È rimasto lì, attacato al mio seno per
25 mesi.
Poi,
dopo quasi 5 anni, di nuovo. Due mesi fa è arrivato Flavio.
Non
sono state montagne russe, piuttosto un’ escursione notturna in barca a remi.
Altrettanto emozionante, forse anche di più.
Le
contrazioni sono iniziate la mattina, regolari ma poco dolorose. Me le sono
godute in segreto a casa, da sola. Poi è arrivato mio marito ed insieme siamo
andati a prendere Simone a scuola. Le contrazioni sono diventate più forti ma
mi hanno lasciato il tempo di pranzare, di fare una doccia e di lasciare che
Simone mi tenesse il tempo delle contrazioni.
In
ospedale c’erano pochi medici, poche ostetriche, tutti impegnati nei cesarei.
Respiravo, profondamente, aspettavo la fine di ogni contrazione per scambiare
qualche chiacchiera con mio marito e con le mie amiche social-connesse.
Quando
le contrazioni sono diventate troppo forti ed il parto troppo lontano, ho
ceduto all’epidurale. Scesa la sera, è arrivato il nostro momento.
C’eravamo
noi quattro: io, mio marito, l’ostetrica e Flavio, che è nato con i suoi
occhioni aperti, le sue orecchie disegnate, i suoi piedini perfetti, in
silenzio. Ha accontentato tutti facendoci sentire la sua voce, poi si è
accoccolato su di me e ci siamo cullati con i nostri respiri, come sdraiati su
una barca cullati dall’acqua.
Con questo post partecipo al contest #Partodaqui....mica potevo lasciarmelo scappare, proprio io, fanatica del parto quale sono!!
Grazie per aver partecipato e averci regalato i tuoi ricordi e le vostre emozioni!
RispondiEliminaGrazie a voi per la splendida iniziativa!
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